Servolink, RBE2 e RBE3
Servolink, RBE2 e RBE3 da Dispensa prog. assistita aggiornata a data odierna
Modellazione con RBE2 ed RBE3
A seconda degli elementi utilizzati nel FEM si riscontrano comportamenti diversi rispetto all'applicazione di carichi concentrati.
Ad esempio modellando una trave a sbalzo mediante elementi solidi 3D ed applicando al suo estremo libero una forza concentrata F lo spostamento risultante δ risulta divergente all'infittirsi della mesh. Ciò accade in quanto il software va a spalmare la forza F sull'area d'influenza del nodo su cui è applicata, che è funzione della taglia dell'elemento (se cala la taglia dell'elemento, cala l'area d'influenza).
Utilizzando un elemento trave in un problema analogo e applicando la stessa F al suo estremo libero, all'infittirsi della mesh non si riscontra lo stesso problema (l'elemento beam può sopportare carichi concentrati).
Utilizzando un RBE2 o un RBE3 è possibile applicare carichi concentrati alla struttura come mostrato in figura.
Problematiche legate all'utilizzo dell'RBE2:
Le figure mostrano come l'impiego di un RBE2 su porzioni di struttura troppo estese irrigidisca ulteriormente la stessa.
Impiego dell'RBE3
Utilizzando l'RBE3 non si hanno problemi di irrigidimento della struttura dal momento che esso è un vincolo cinematico e non di corpo rigido. L'RBE3 può essere utilizzato per:
- spalmare carichi/coppie
- spalmare spostamenti/rotazioni
Definizione di vincolo cinematico
- SPC - single point constraint
- MPC - multi point constraint → con questa versione è possibile vincolare più gradi di libertà
Esempio di MPC
Lo spostamento lungo la direzione z del nodo 5 diventa combinazione lineare degli spostamenti degli altri nodi, in particolare se il nodo 5 coincide con il baricentro della faccia segue l'andamento delle funzioni di forma.
Servo link, forma semplificata omogenea
Sia dato un sistema di n gradi di libertà (g.d.l) δi, e siano definite n componenti di azione esterna Fi agenti (compienti lavoro) su tali g.d.l., e sia definito un sistema di reazioni elastiche associate allo scostamento di tali g.d.l. dal valore nullo nella forma −kijδj, ovvero la struttura sottoposta agli spostamenti δi genera una reazione elastica −kδi che viene equilibrata dalle forze esterne.
Si intende definire una relazione cinematica di dipendenza tra un g.d.l, nello specico δj , ed i restanti δi; i≠j, nella forma
Tale relazione cinematica imposta è chiamata servo-link o multi-point constraint (MPC).
Da questa relazione è possibile definire una simil matrice di “cambio coordinate”, dove il gdl δj è dipendente dagli altri δi,i≠j
E' ora possibile definire una nuova relazione di equilibrio elastico
che risulta essere però sovradimensionata: n equazioni in n−1 incognite.
Per risolvere questo problema si interpretano le colonne di L__CG come la base di un sottospazio vettoriale entro il quale è vincolata a giacere la soluzione. Definito questo proietto su tale sottospazio il residuo del sistema imponendo nulla la sua proiezione
ora il sistema non è più sovradimensionato
Analisi del termine LT__
dove α_ è un vettore che raccoglie i coefficienti del vincolo cinematico
La quota di azione esterna originariamente agente sul j-esimo g.d.l., ora reso dipendente e rimosso dal sistema, si ripartisce sugli altri g.d.l. secondo gli stessi coefficienti i,j che definiscono il legame cinematico. Il vincolo cinematico induce delle reazioni vincolari che compiono lavoro (interno) nullo e sono nella forma
con λ arbitrario
Riassumendo: con MPC si riescono a spalmare sforzi normali. Per distribuire Mf,T ed Mt si utilizza l'RBE3
Link di F ed M risultanti, RBE3
figura
L'intento è quello di ridistribuire le forze ed i momenti applicati in C sulla nuvola di punti Pi. Ad ogni Pi è associato un peso qi, a seconda della taglia della mesh (questo implicherà ripartizione non uniforme delle forze)
Come procedere
parte 1, collegamento tra C e G tramite RBE2
- Estrarre G dalla distribuzione di nodi Pi
- Supporre x,y,z assi principali di inerzia
- A partire da spostamenti e rotazioni note di C, ricavare corrispondenti spostamenti e rotazioni di G tramite link rigido RBE2
Si ottiene:
Caratteristiche di LCG__:
- matrice RBE2: G è il nodo comandato, C è il nodo di controllo
- le righe sono i servolink di RBE2, valide in piccole rotazioni
- stabilisce vincolo cinematico, lega infatti spostamenti di C e G
- determina anche relazione tra forze/coppie applicate in C riportate poi in G (sotto le hp. di stesso lavoro compiuto avviene ripartizione di F ed M a C a G)
Parte 2, passaggio da G ai Pi tramite RBE3
Si definisce una seconda relazione dove gli spostamenti di G risultano la media pesata degli spostamenti dei punti Pi
e, successivamente, un'ulteriore relazione di dipendenza per riportare le forze F applicate in C sui nodi Pi
E' necessario imporre una seconda relazione che collega lo spostamento (forze) di G con la distribuzione dei punti Pi, nelle hp. che il baricentro su indeformata rimanga tale su deformata. Si partirà da G per “spalmare” sui nodi.
Problema nel secondo step per passaggio dei momenti: le operazioni di trasferimento forze sono su base lavoro (forza ∗ spostamento). Sui momenti sarà quindi necessario ragionare in termini di coppia ∗ rotazione; ciò implica che i nodi Pi debbano avere rotazioni libere ⇒ non vale in generale per qualsiasi tipologia di elemento mesh, non tutti hanno rotazioni. A tal proposito le coppie si trasferiranno considerando un sistema equivalente di forze (sfruttando i teoremi del trasporto) riconducendosi così al caso già visto di spalmatura di forze.
U″ = componente di forza lungo x su nodo i dovuta a momento applicato in G
= schema distribuzione momento di asse z applicato in G \psi_{G}\hat{k}
Procedure per determinazione vettore forza equivalente in P_{i} da momento in G
- direzione: ortogonale a congiungente G-P_{i}, vettore applicato in P_{i}
- verso: concorde con coppia in G
- modulo: forze proporzionali a pesi q_{i} e distanza r_{zi} da G su piano xy in figura
Per ottenere una definizione in termini assoluti: imporre equivalenza tra il momento della distribuzione dei nodi P_{i} uguale a momento complessivo in G: \psi_{G}\hat{k} forza_su_nodo.pn_g= forza su nodo i-esimo dovuta a coppia \psi_{G}\hat{k} (di asse z e applicata in G)
Si giunge quindi a
quindi note le forze al baricentro, moltiplicando per la matrice \underline{\underline{L^{T}_{GP,i}}},posso spalmare forze e coppie sulla nuvola di punti P_{i}. per risalire agli spostamenti di G in funzione degli spostamenti dei punti P_{i}, si va a moltiplicare \underline{\underline{L_{GP}}} (definita a blocchi) per il vettore spostamneto di ogni singolo punto della nuvola
(33) → trasformazione per tornare agli spostamenti
per comprendere meglio come risalire agli spostamenti del baricentro, si può ragionare per via grafica. vado a scomporre gli spostamenti come tre contributi: un moto traslatorio, uno rotatorio attorno a G, e una terza componente aggiuntiva che rappresenta la deformazione del corpo in esame (N.B. questo moto deformativo non sarebbe presente se il vincolo fosse un RBE2, in quanto impone rigidità tra i due punti).
nota la connessione rigida tra C e G è possibile risalire agli spostamenti di C, avendo scomposto gli spostamenti degli altri nodi.
ad ogni modo è possibile vedere la scomposizione dei singoli spostamenti mediante la proiezione del moto dei punti della distribuzione su di un moto elementare (sotto riportata traslazione lungo x e rotazione attorno a z a titolo di esempio).).
come esempio applicativo si puo modellare al FEM una lastra forata caricata fuoripiano lungo il bordo del foro: impiegando l'RBE2 per spalmare il carico, si denotano spostamenti omogenei lungo il perimetro del foro e una distribuzione di reazioni disomogenea, non congruente con la realtà. utilizzando RBE3 la modellazione risulta più realistica avendo delle reazioni omogenee lungo il perimetro del foro e spostamenti minori nelle zone più rigide. in questo modo si evince che utilizzando un RBE2 si è introdotta rigidezza alla struttura.
Autori:
- Gianluca Bafaro mat. 97512
- Lorenzo Degli Esposti
- Antonio Montagnani
- Francesco Ambrogi